martedì 2 aprile 2013

Succede sempre a San Lorenzo


L’evento sarà inaugurato mercoledì 3aprile ore 12.00 presso la Facoltà di Ingegneria a San Pietro in Vincoli (ViaEudossiana, 18) dove sisvolgeranno tutte le attività dei giorni seguenti. Ai saluti delleautorità accademiche seguirà il benvenuto del Presidente delMunicipio III Dario Marcuccie le introduzioni di Massimiliano Caviasca, presidente Stone Academy,e Marco Ferrero, responsabile dell’organizzazione.”

Ben vengano i workshop, ben vengano le giornate di studio inter-universitarie, ben vengano i giovani studenti che prendono in esame un quartiere che porta le ferite e i vuoti della memoria del bombardamento.

Se si trattasse di un altro periodo, un altro anno, un altro quartiere, forse non sarebbe sembrata una nota stonata il fatto che chi darà il benvenuto agli studenti sia proprio quel Presidente del Municipio III che nell'ultimo anno ha permesso, per incuranza colpevole e connivente, che il territorio di San Lorenzo venisse lacerato.

Viene con sofferenza da affermare che sì più forte delle bombe non sarà tanto la creatività che in buona fede gli studenti offriranno in queste giornate di studi, ma lo sono già stati i soprusi dei costruttori, del Municipio III, delle concessioni edilizie date dal IX Dipartimento, che tutti insieme, nessuno escluso, hanno ferito e colpiscono ancora il territorio. 

Ancora una volta gli attori principali non saranno né i cittadini, né gli studenti, né tanto meno l'Università che si trova a farsi promotore di un tema di studio proveniente da altro: la Fiera Marmomacc di Verona. Che anche l'università abbia dimenticato che l'idea di città non nasce dalle esigenze di mercato, dai produttori del marmo e dall'immobiliarismo finanziario?
Probabilmente sarebbe stato più interessante un workshop su un'architettura sostenibile, fatta di idee e soluzioni differenti, che si interrogasse davvero sul territorio e consultasse la cittadinanza. Progettare diversamente è possibile e anche una didattica differente esiste: un esempio l'ha dato il team Med in Italy (Architettura ed Economia dell’Università di Roma Tre, Disegno Industriale della Sapienza, Libera Università di Bolzano e Fraunhofer) che si è qualificato al Solar Decathlon Europe 2012.

Ma il Municipio III ha memoria e cura del passato: per questo promuove il marmo!

E pietre sìano e marmo pesante e freddo. Magari il sogno è di chiuderci tutti dietro lapidi a futura memoria?

La casa della memoria è all'angolo di via dei Dalmati come uno scheletro, un mostro in cemento armato è nel cortile interno di via dei Sardi 51, la vetreria Sciarra è stata “valorizzata” ma solo grazie all'intervento dei cittadini, le ex Fonderie Bastianelli saranno il prossimo scempio mascherato da recupero-valorizzazione?

E 12 sono i progetti che incombono su quei vuoti che proteggono memoria e stabilità, perché anche di statica si parla, di un quartiere potenzialmente ad alta vivibiltà ma stretto tra la morsa del cambiamento e quella dell'implosione da sovraccarico di strutture.

Non basta usare l'inglese per essere “british”. E neanche la vena umoristica con cui si indicano i progetti su cui i giovani studenti andranno a lavorare, vedi in brochure: “velo pietoso”, “kebabbaro”.

Credo che le parole siano importanti, i titoli, le etichette che si danno alle cose altrettanto. Non è una questione di mancanza di senso dell'umorismo. O presunta leggerezza. L'unica leggerezza è quella di nobile significato spiegata da Italo Calvino nelle sue Lezioni Americane.

Si chiama rispetto del territorio, della memoria e delle persone che ancora vivono il quartiere. Basta pensare alle ultime vicende che vedono coinvolti i residenti di via dei Corsi e dell'ignobile operazione dall'Ater.

Non basta riempire, riprogettare, serve avere cura delle cose, delle pietre così come delle parole.
Entrambe possono essere forti per costruire ma altrettanto potenti per demolire.

Si ha come l'impressione che si parli del quartiere San Lorenzo come un'entità apparentemente vuota, ma non è così. E un pieno di gente che vive e opera per manterne il futuro.

Non è un posto vuoto, facile descriverlo solo come un divertificio o studentificio o comunque lo si voglia definire. E' un incrocio di umanità provenienti da diverse parti della città, d'Italia e del mondo, dove vecchio e nuovo convivono e sì confliggono, il conflitto e il ragionamento sul cambiamento sono semplicemente indizi di un territorio che vive.

San Lorenzo è vivo, i suoi residenti sono vivi e soprattutto vivono il territorio. Ripeto il concetto di VITA, perché San Lorenzo non è un luogo da “rivitalizzare”, come si legge nel comunicato stampa. E' un territorio da curare dalle ferite passate e contemporanee.

In questo quartiere si parla ancora, magari la notte le parole diventano schiamazzi, ma ci si riunisce per discutere ed ebbene sì si ragiona su un futuro migliore possibile. San Lorenzo non è un cumulo di macerie da risollevare, e i suoi abitanti non sono le anime che vagano eteree e parlano dall'oltretomba, alla Spoon River. Non è così! Siamo a Roma e l'unico fiume che passava di qui era il Cerere. San Lorenzo è un luogo vivo e partecipe, che non resta in silenzio a guardare. Scende ancora in piazza e come social network usa anche il citofono.
E per citare Spoon River, come diceva Lucinda Matlock “ci vuole vita per amare la vita”.

12 commenti:

  1. Sono l'architetto Ramires, tutor di uno dei corsi di laurea patrocinatori dell'evento in questione.
    Premetto che il mio contriuto è stato e sarà esclusivamente tecnico ma pur non essendomi accupato di questioni amministrative e politiche, essendo informato dei fatti, non posso non esprimere la mia personale opinione in merito.
    L'uso della pietra come materiale da costruzione è una realtà storica e contemporanea; sebbene si tratti di una risorsa non rinnovabile è un materiale da costruzione riciclabile ed inerte ed è fondamentale che il livello di preparazione degli addetti del settore sia massimo a riguardo. Se è vero che la fiera e l'organizzazione dell'evento marmomacchine siano lontani dall'essere degli enti benefici, è altrettanto vero che la stone academy non è altro che una rete che unisce i migliori poli scientifici del settore e per sua unica natura risulta banale ed evidente che possa occuparsi unicamente di ciò.
    Il terzo municipio non è stato promotore di nulla, è stato da noi coinvolto per fornire eventuali locali, assistenza, materiale assieme al dipartimento del turismo del comune e conferire ufficialità istituzionale all'evento; anzi, saremo noi a dare al municio ed al comune di Roma i risultati del nostro lavoro, svolto in totale autonomia ed onestà intellettuale.
    Prendendo come punti fissi il fatto che un workshop sulla pietra sarebbe stato fatto come altri anni, ci tengo a precisare che la scelta di San Lorenzo è stata esclusivamente nostra e fortemente voluta per coniugare l'amore e la conoscenza del territorio ad un grande evento, per far conoscere questa zona fuori dai circuiti turistici a ragazzi di tutto il paese, per tirare fuori dei progetti che mostrino che le alternative possibili sono tante, tutte di ottima qualità e se ci riusciremo anche visibili. Se riusciremo nel nostro lavoro, la rosa di scenari migliori sarà ancora più ampia di quanto non sia. Avevamo anche preso dei contatti preliminari col cinema Palazzo ma la "Pachidermicità" dell'organizzazione non lo ha reso possibile; avevamo in mente il "quartiere" prima di qualsiasi alra cosa. Veramente ci avete scambiato per Caltagirone o Papillo? Io lavoro in vetrina a via degli Aurunci dalla mattina alla notte, passo da anni i 3\4 della mia vita a San Lorenzo. Conosciamo una per una le signore col carrello della mattina e togliamo dagli scooter le bottiglie di birra alla notte... Alcuni di noi hanno fatto tesi di laurea e dottorato su San Lorenzo, comunità di quartiere e vi posso assicurare che in nessuno di questi casi sono state progettate delle palazzine, edificate piazze o cortili. La pietra è solo un materiale da costruzione a cui, per i motivi già detti, non possiamo rinunciare ma sarà solo questo; se mai vedrete delle abitazioni saranno case per studenti o utenze con esigenze particolari. Nel nostro corso di laurea stiamo facendo progettare, quest'anno, agli studenti un centro civico attorno e non sopra la "casa della memoria" e l'anno passato si trattava di laboratori artistici ed artigianali.
    Lezioni americane ci parla di "testi" e secondo Derrida, l'architettura è un testo ed esiste solo il testo... ne siamo consapevoli.
    Se ci contattate vi aspettiamo ai seminari ed ai laboratori stessi; i lavori vi piaceranno.
    Stiamo dalla stessa parte.
    Vincenzo

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    1. Rispondo a nome del Comitato del Progetto Urbano dicendo che ci fa piacere sapere che siamo dalla stessa parte: dalla parte dei cittadini (residenti, studenti, quanti lavorano e transitano per il quartiere) che stanno assistendo ad un "bombardamento" di progetti edificatori/speculativi (che hanno l'avallo degli uffici competenti) che comporteranno un impatto ambientale poco sostenibile per questo territorio e che tradiscono il Progetto Urbano San Lorenzo, alla cui definizione i cittadini avevano contribuito. Volentieri saremo presenti ai seminari, perché crediamo nel confronto e nel dialogo!

      Grazie

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  2. Purtroppo non succede solo a San Lorenzo... succede in tutta la città ma non è questo il caso, non strumentalizzateci.
    http://www.amatelarchitettura.com/
    denuncia spesso molti abusi, contattateli

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  3. Salve, sono l'Architetto Elio Ravà, rispondo a titolo personale, ma faccio parte dei promotori/ideatori del workshop insieme al mio team.
    Abbiamo lo studio a Sal Lorenzo in via degli Aurunci e lo consideriamo il nostro quartiere, praticamente ci passiamo la vita e probabilmente molte più ore di quanto non ci passi la maggior parte degli abitanti. L'articolo mi ha ferito mortalmente perchè contiene una serie di inesattezze clamorose e mortificanti nei nostri confronti e se non fosse giustificabile e condivisibile nelle finalità, lo definirei al limite del delirio, della psicosi da accerchiamento nella sua affannosa ricerca di una teoria del complotto che non esiste. Il workshop è internazionale e ci partecipano Università di tutto il mondo ed avrebbe pertanto potuto svolgersi ovunque nel mondo. Perchè si svolgesse a Roma, nel “nostro quartiere, ci siamo esposti in prima persona, abbiamo combattuto, abbiamo perso ore di lavoro e denaro, proprio per cercare di sensibilizzare l'opinione pubblica ed eventualmente prospettare delle alternative a tutto quello per cui state combattendo. Perchè, in definitiva la consideravamo un'occasione.
    Triste è stato constatare il totale travisamento delle intenzioni. Dall'articolo il workshop è dipinto come un accordo sordido e squallido tra Marmomacc Fiera di Verona e Terzo Municipio per cementificare e tombare col marmo l'intero quartiere di San Lorenzo. Ma non è così: qieste due figure neanche si conoscono tra loro e sono state coinvolte solo per ammortizzare in parte le spese. E da questa balzana idea della marmificazione si evince come non abbiate idea di quale possa essere il ruolo della pietra (pietra, non marmo per forza), nell' architettura contemporanea, di cosa significhi veramente sostenibilità, (parola di cui vi riempite a sporoposito la bocca) e al contempo di quale sia il vostro disprezzo e sfiducia per la figura dell'architetto, visto sempre e solo come nemico da combattere. In pratica, parlate senza avere la più pallida idea di cosa vogliamo fare.
    Vi invito, prima di giudicare a scatola chiusa, di vedere, almeno per rispetto verso di loro, i risultati di studenti che A LORO SPESE partiranno dai luoghi più disparati per venire a Roma a vedere san Lorenzo, capirlo e nei limiti delle loro capacità, cercare di migliorarlo. San Lorenzo, non San Pietro e il Colosseo. E alla luce dei risultati, riparlarne, discuterne. Anche a noi per trovarci basta fare una scampanellata al portone, siamo sepre disponibili, soprattutto se si parla di archiettura, che è la nostra ragione di vita.
    Infine due parole vorrei spenderle sulla storia dei nomi dati alle aree. Non c'è nessun complotto, nessuna pretesa furbetta, me ne assumo io completamente la responsabilità. Sono semplici soprannomi dati a delle aree con cui abbiamo una tale familiarità che sono diventate praticamente degli amici. Perchè anche se gli altri meno controversi e pubblicizzati, questo è il terzo workshop che facciamo su quelle aree, più una serie di laboratori di tesi di laurea. Su quelle aree ci siamo confrontati, abbiamo discusso con centinaia di studenti, fino al punto che le possiamo considerare come degli amici cui si può dare un bonario soprannome. Vedere citati e scomodati Palombella Rossa e Calvino per una scocchezza simile, un po' inorgoglisce, ma molto fa ridere.
    Infine è vero, nel tentativo di dare visibilità e risonanza all' evento forse abbiamo commesso qualche errore di strategia, del terzo municipio si poteva fare a meno, ma quando c'è di mezzo l'Università non è così facile. Abbiamo cercato di limitare la sua presenza ad un breve intervento inaugurale, senza dargli la possibilità di mettere bocca sulle strategie di intervento, come più volte da loro richiesto. Ma siete sicuri che non si possa perdonare?

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    1. Grazie per i vostri commenti. Il post che avete letto non è nato per criticare il workshop in sé ma è nato dall'aver letto dal comunicato divulgato dall'ufficio stampa del III Municipio che il presidente avrebbe partecipato all'apertura dei lavori del workshop.
      Ci risulta alquanto improbabile che dalle parti del municipio si siano "sensibilizzati" alla materia della memoria, del recuperi se non ora per interessi elettorali.

      Ribadisco che le parole erano rivolte allo "sgomento" per la partecipazione del presidente all'apertura dei lavori. Ed è legittimo visto che come cittadini stiamo lavorando sul territorio dallo scorso maggio. Da quando in via dei Sabelli è stato rimosso un tetto di eternit ... da quel tetto ne sono passate tante! Compresi incontri con rappresentati del Municipio, visite al IX Dipartimento, ricorsi al tar, studi sul territorio. Ricerca di collaborazioni sul territorio, di esperti in materia che ci hanno aiutato a capirne di più in materia di statica, volumi, varianti di progetto e quant'altro.
      E purtroppo al momento siamo sicuri che non si tratti di "perdonare".

      Ad ogni modo, visto la passione che l'argomento San Lorenzo - valorizzazione - speculazione suscita in tutti, è una riprova che qui sul territorio ci sono tanti attori che potrebbero aprire un percorso di discussione ricco.

      Al di là della questione del municipio III, sarebbe interessante comunque conoscersi e
      mi associo a quanto è stato risposto qui http://www.nuovocinemapalazzo.it/2013/04/02/san-lorenzo-non-e-un-vuoto-da-colmare/

      buon lavoro a voi e agli studenti!

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  5. Intendevo perdonare noi per gli errori di stategia, non il terzo Municipio, tanto per essere chiari

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    1. e il mio "non perdonare" come si capisce è rivolto al municipio III

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  6. Salve,
    sono uno studente di architettura della Sapienza e sto preparando la mia tesi di laurea (triennale) che discuterò a Luglio.
    La mia tesi di laurea verte proprio su come valorizzare (se ce ne fosse mai bisogno.....) i vuoti creati dal bombardamento.
    Da quanto ho capito però questa cosa disturba molto i cittadini di San Lorenzo e le associazioni che si battono per conservarne, giustamente, la memoria.
    Poichè io ho sempre sostenuto che la mia tesi debba essere solo lo specchio delle esigenze di chi abita la zona e non un mio esercizio di stile...quello che leggo mi sta mettendo in grande difficoltà ma mi sta anche motivando e facendo molto riflettere.
    Non nascondo che non avevo riflettuto bene sulla "memoria" di quei vuoti prima di leggere alcuni articoli e ora che ne prendo consapevolezza dovrò modificare radicalmente il mio approccio al progetto. E' un compito difficilissimo che chi è già architetto potrà comprendere.

    Vorrei chiederVi un aiuto se posso.
    Se io porterò avanti una tesi che rispetti la memoria di quei luoghi (cosa che a questo punto è sacrosanto e DOVEROSO fare) ho bisogno di testimonianze che avvalorino questa mia idea di conservazione da esporre proprio in fase di discussione di tesi. Per fare questo ho in mente di creare una pagina web in cui chiunque può scrivere le proprie: ESIGENZE, PERPLESSITA', RABBIE, ASPETTATIVE, IMPRESSIONI e tutto quello di cui, secondo voi, necessita il quartiere.
    Sarebbe molto interessante se si potesse collaborare con questo blog e quindi chiedo all'amministratore se vuole contattarmi può farlo con una mail a borroluca@gmail.com

    Vi ringrazio anticipatamente tutti e spero, nei limiti delle mie capacità, di poter fare un lavoro che non sia irrispettoso del contesto, a prescindere dal voto di laurea. :)

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    1. ciao, vedi un po' se può esserti d'aiuto partecipare al circolo che si occupa di questi temi:
      http://liberarepubblicasanlorenzo.wordpress.com/category/i-circoli/urbanistica-speculazione-e-diritto-allabitare/

      http://liberarepubblicasanlorenzo.wordpress.com/category/prossimi-incontri/

      Altre voci sulla speculazione le trovi in questi video:
      https://www.youtube.com/channel/UCogC6G995X4D6o7k45FsOYg?feature=watch

      e in bocca al lupo per la tesi!

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  7. Salve Diemme e grazie per i tuoi link molto utili (come tutto il materiale che sto visionando).
    Non ho capito una cosa. Nel video su youtube il rappresentante di Legambiente parla di preservare i "vuoti" che sono presenti nel quartiere. Non essendo io del quartiere non ho ben capito a quali "vuoti" specifici si riferisce e se include anche i vuoti degli edifici tra Via dei Sabelli e Via degli Aurunci oppure solo vuoti intesi come spazi liberi a terra...
    Sapreste darmi questa informazione?

    Quali sono (se ci sono) le intenzioni delle associazioni di San Lorenzo sui vuoti creati dalla guerra su quegli edifici? Consdierando ovviamente che sono vuoti impraticabili visto che al piano terra ci sono esercizi commerciali...
    Grazie ancora

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