Riportiamo il discorso che il nostro amico Andrea ha pronunciato durante il dibattito Crisi della sovranità e bisogno di democrazia, la sera del 18 luglio nella nostra piazzetta dell'Immacolata.
Lo storico Alberto Cavaglion nel suo libro “La Resistenza spiegata a mia figlia” scrive: La Resistenza non si tocca!
Frase che si esaurisce nel momento in cui viene retoricamente enunciata. A forza di non toccarla, nessuno sa più che cosa sia…
Per fortuna il 19 luglio è ricorrenza ancora sentita perché il passato è presente qui visivamente (edifici) ed anche perché il tessuto democratico di questo quartiere con la sua storia, nonostante tutto, ancora, resiste.
Ma quanto sta accadendo non invoglia all’ottimismo:
La casa della memoria (via Tiburtina angolo via dei Dalmati) è uno scheletro vuoto da 4/5 anni.
Cosa è successo, troppo silenzio da parte dei pubblici amministratori così si allontanano i cittadini, li esclude, s’impoverisce la democrazia (uno dei temi di questo incontro: bisogno di democrazia).
Il recupero del mercato di largo degli Osci avvenuto circa 10 anni fa. I pannelli esterni che rammentavano quanto accaduto il 19 luglio del ’43 e cosa era il quartiere negli anni 50/60 (la foto con Eduardo de Filippo e le manifestazioni per la pace e contro il pericolo della guerra nucleare) strappati, imbrattati e coperti da ogni cosa è dimostrazione come l’ignoranza e l’inciviltà sono avanzate e ci chiamano in causa tutti come cittadini (portatori di diritti ma anche di doveri) contro il degrado di San Lorenzo.
L’avanzata che appare inarrestabile della speculazione edilizia che sta “mangiando” il quartiere:
-Brochure di vendita per il complesso di via dei Sardi 51 (mini appartamenti e box auto) dove è stata intaccata una falda acquifera – conseguente timore per la stabilità degli edifici già “sofferenti” per la conformazione del sottosuolo e in alcuni casi per gli effetti del bombardamento!
- Un’altra immobiliare che fa altrettanto per uno spazio in via dei Lucani
- L’ex fonderia Bastianelli edificata nel 1908 e dove fu costruito il gruppo equestre di Vittorio Emanuele II al Vittoriano (esempio, non unico nel quartiere, di architettura industriale) a via dei Sabelli, 104.
Sull’onda di quest’ultimo episodio, cui va aggiunto in sovrappiù l’eliminazione di ca.1000 mq di Eternit/ amianto dal tetto dell’ex fonderia, i cittadini di San Lorenzo sono tornati a farsi sentire, così com’è avvenuto per l’ex Cinema Palazzo contro la trasformazione in un casinò o l’ex Vetreria Sciarra in via dei Volsci.
Si parla da parte dell’Assessore Corsini del IX Dipartimento del Comune di Roma di una moratoria su avvio lavori presso ex fonderia dopo l’incontro avvenuto l’11 luglio scorso con una delegazione di consiglieri del III Municipio, del Comune e con alcuni cittadini residenti.
Se così sarà, è un segnale positivo e la dimostrazione che:
C’è bisogno di più partecipazione, di più democrazia!
Due cose sono evidenti: Uniti si può vincere, divisi si può solo perdere!
San Lorenzo si salva tutta non si può e non si deve andare alla difesa della singola emergenza.
Per questo è fondamentale riprendere il confronto sul Progetto Urbano San Lorenzo deliberato dal Consiglio del III Municipio il 24 febbraio del 2010, trasmesso al Comune di Roma ma “ lì dimenticato”! Perché?
Quel progetto frutto: “ di partecipazione popolare riconosciuta come metodo fondamentale per la formazione delle decisioni in materia di trasformazioni urbane…” così è scritto nella delibera n. 57/ 2006 del Comune di Roma provava a tenere insieme la memoria di questo quartiere, il suo tessuto produttivo –artigianale (ora è solo movida!), il recupero edilizio di un pezzo di “città storica”, il bisogno di spazi verdi e luoghi d’aggregazione di un quartiere “limitato”/chiuso tra le mura, lo scalo ferroviario e il cimitero del Verano e la viabilità di attraversamento - sopraelevata.
I progetti di edificazione vanno tutti nella direzione opposta: mini appartamenti e/o loft. Il tessuto sociale fatto di famiglie sarà definitivamente compromesso: rimarranno solamente anziani e giovani!
La “compensazione” di uno o più spazi per uso sociale non è accettabile!
L’altro tema: La crisi della sovranità è riferita all’Europa quella politica degli Stati che dopo aver fatto la moneta unica, ora temono la cessione di sovranità (forse unico modo per evitare il tracollo).
Spinelli, Schumann e Adenauer padri dell’Europa credo pensassero a un continente che progressivamente si univa, dopo la tragedia di due guerre mondiali in neanche 50 anni (oltre la negazione dell’uomo avvenuta ad Auschwitz).
Oggi l’Europa, è ostaggio dei poteri “forti” che prosciugano gli spazi di democrazia per sostenere uno sviluppo economico che appare non solo sempre più illusorio e a vantaggio della parte minoritaria e ricca ma dannoso per la sostenibilità ambientale e sociale delle nazioni.
Se questo pensiero si cala nella nostra realtà: arrestare la deriva della sovranità, intesa come partecipazione e condivisione, potrà avvenire solamente se i cittadini tornano a “stare insieme”.
Ho letto ieri su un quotidiano che Zingaretti ha avanzato la sua candidatura a Sindaco di Roma e che ha incontrato e che continuerà a incontrare i Comitati di Quartiere.
Buon segno, se così sarà!
Anche perché non esistono scorciatoie per la democrazia.
L’ANPI ci ricorda quanto fu difficile e doloroso riconquistarla!
Credo però, e chiudo, sia anche necessario tornare ad avere quello che Vittorio Foa chiamava “pensieri lunghi”e di chi li sappia interpretare e far vivere tra i cittadini.
La nostra crisi è non solo economica ma sociale ed etica (l’aver smarrito valori, avere un progetto comune).
Per questo ho citato Foa: siamo/ saremo capaci, i nostri amministratori e classe dirigente saranno in grado di immaginare un futuro diverso, un nuovo modello di sviluppo ed anche di relazione tra gli esseri umani, oppure saremo condannati, per restare al tema di San Lorenzo, a una colata di cemento e al definitivo degrado di un quartiere dalle grandi tradizioni?
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